L’uomo dimenticato da tutti

Pensate ad un uomo, un uomo normale che un bel giorno si affaccia in questo mondo in un luogo oggi chiamato Italia. Crescendo come tutti i bambini è curioso, osserva ed impara dai grandi a fare tantissime cose. Piano piano conosce la natura che lo circonda, i suoi ritmi, i suoi profumi, i suoi pericoli e le sue bellezze. Impara a rispettarla, capisce che non può domarla ma può sfruttarla a suo vantaggio adattandosi alle circostanze. Tutto diventa molto affascinante impara a coltivare la terra, a governare gli animali “domestici” che sono un’importantissima fonte di cibo, latte e carne ma non solo, anche materia prima per la realizzazione di indumenti, oggetti ed utensili utilissimi alla sopravvivenza. Più cresce e più impara; comincia a costruire con le proprie mani, e “denti”, gli utensili che gli serviranno per procurarsi la legna da ardere: per cuocere, per scaldarsi e per difendersi dagli animali più pericolosi, lupi, orsi, linci etc.. Per ultimo, dai più anziani impara a costruire le armi e apprende l’arte della caccia dove la forza conta poco, ma al contrario sono determinanti l’abilità, la strategia e l’intelligenza. Probabilmente si innamora di una lei, mette su famiglia e comincia ad insegnare ai propri figli a vivere. Un giorno “maledetto” si allontana dal villaggio e per ragioni a noi sconosciute, da quel momento non farà mai più ritorno.

Passa il tempo e la sua scomparsa è un mistero, la speranza di ritrovarlo da parte dei suoi cari si affievolisce, la sua morte ormai è cosa certa.

Passa ancora del tempo, mesi, anni e lentamente il suo passaggio sulla Terra è solo un fievole ricordo. La storia continua, passano i secoli e nessuno potrà ricordarlo – le tenebre avvolgono l’ombra del suo ricordo in un profondo silenzio ormai perduto nel vuoto. Il tempo passa e la storia la fanno altri uomini che hanno segnato il destino del mondo, come i Faraoni e gli Imperatori ma nessuno di loro immagina neppure lontanamente che quell’uomo possa essere esistito prima di loro.

Il tempo scorre inesorabilmente, anche se, quel giorno “maledetto” qualcosa si era fermato.

E’ il 19 settembre del 1991 ed improvvisamente questa fiaba, che ho appena raccontato, diventa storia ed il destino del ricordo di quell’uomo, dimenticato da tutti, incredibilmente riemerge dal nulla più totale, dal vuoto delle tenebre e torna alla ribalta. Perché due alpinisti tedeschi Erika ed Helmut Simon, discendendo dalla Punta di Finale (Alpi Venoste) lungo una scorciatoia, in una conca di roccia con acqua di fusione notano qualcosa: il corpo di un uomo! Dapprima fu scambiato per un alpinista morto chissà quando e mai più ritrovato, rischiando di danneggiare irrimediabilmente la “mummia” che il destino o il caso aveva protetto per oltre 5000 anni. Solo l’anno successivo, fra il 20 luglio e il 25 agosto 1992, una seconda campagna questa volta condotta sotto la guida dell’Ufficio Beni Archeologici della Provincia di Bolzano e in collaborazione con altri Istituti, è stato possibile il recupero di alcuni oggetti, secondo i protocolli standard di un caso di archeologia preistorica. Oggi quell’uomo venuto dal ghiaccio ha un nome: “Ötzi” o l’uomo di Similaun.

Questa scoperta è stata definita la scoperta “del secolo”, perché come in una ipotetica “macchina del tempo”, ci proietta in un attimo nel passato… al tempo in cui il corpo di Ötzi accasciatosi al suolo rimane senza vita. E’ come se miracolosamente il tempo si fosse fermato. Eppure da quel giorno “maledetto” sono passati ben 5.300 anni, mentre il corso della storia inesorabilmente è andato avanti fino ai giorni nostri. Quel giorno che ha segnato il trapasso della vita di Ötzi, per la scienza fu un giorno “benedetto”.

Il corpo di un Homo sapiens perfettamente “mummificato” dopo 5 millenni è l’unico esempio presente al mondo. A differenza delle altre mummie, come quelle più famose degli antichi Egizi che venivano svuotate al loro interno per bloccarne la decomposizione, quella di Ötzi conserva tutti gli organi intatti, ovviamente disidratati, come i muscoli e la pelle, ma in parte ancora incredibilmente umidi ed elastici. Ciò ha permesso di conoscere anche l’ultimo pasto consumato dal nostro caro Ötzi almeno 12 ore prima della sua disavventura. Ma i misteri, se non bastasse, iniziano nel momento in cui il suo corpo comincia ad essere studiato a fondo con accurate analisi di ogni tipo, compreso il sequenziamento del codice genetico. La cosa certa è che da quel giorno di fine primavera nevicò pesantemente ed il clima iniziò un lento cammino verso il freddo, tanto che quel manto di neve si ispessì anno dopo anno mantenendo protetto il corpo del nostro caro Ötzi per 5 millenni.

Oggi la mummia del Similaun ha incuriosito il mondo intero, tutti vogliono sapere chi era questo uomo, da dove veniva, com’era la sua vita, cosa faceva in quel posto, in che modo e perché era morto. Oltre ad una serie di circostanze eccezionali che hanno permesso un’eccellente stato di conservazione del corpo, anche il luogo esatto della sua morte (3.210 m) tra la Punta di Finale e il Similaun, nel cuore dei ghiacciai della Val Senales ha giocato un ruolo importante nel proteggere miracolosamente la sua salma. Questa conca di roccia, infatti, ha protetto il corpo che altrimenti sarebbe stato sbriciolato dall’inesorabile scorrimento del ghiacciaio ed incredibilmente tutti gli oggetti rinvenuti con lui sono rimasti al loro posto originale come in una foto scattata nel luogo di un crimine.

Ötzi, addirittura, teneva ancora in mano il pugnale che lo ha difeso fino al 19 settembre del 1991.

                                                                               di Nicola Palmieri

2 Risposte

  1. francesca romana palmieri
    | Rispondi

    Sono passati ben 27 anni dalla scoperta di Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio. E’ affascinate e inquietante la storia del nostro progenitore, il cui corpo è attualmente conservato, insieme al suo equipaggiamento, nel Museo Archeologico di Bolzano (https://www.youtube.com/watch?v=Ej91J5DrLF4). Una storia sicuramente da approfondire. Ha proprio del miracoloso il suo ritrovamento! Grazie Nicola!

    • Nicola Palmieri
      | Rispondi

      Prossimamente approfondirò l’argomento, con altre informazioni e possibili ipotesi.
      grazie ciao

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